logo progetto Remedia
 

Progetto Re.Me.Dia.

Restauro, memorizzazione e digitalizzazione avanzata

I materiali

i materiali utilizzatiPunto di partenza obbligato dunque per ricostruire la storia di Arezzo è poter conoscere i documenti conservati nei due principali e ricchissimi fondi conservati presso l’Archivio Capitolare della città: Canonica (1145 pergamene) e Badia (1684 pergamene): il primo raccoglie la documentazione relativa al Capitolo della cattedrale e alla gestione delle proprietà della mensa capitolare, il secondo quella della più importante e antica abbazia benedettina intitolata alle Sante Flora e Lucilla, un esempio di monastero “cittadino” profondamente incardinato nella vita socio-economica della civitas, con le cui vicende interagisce sempre in qualità di attivo interlocutore.

Si tratta di un patrimonio documentario imponente che abbraccia senza interruzioni i secoli IX-XIX e che consente di gettare luce sulla vita economica, politica, ecclesiastica, culturale e sociale dell’epoca. Il valore di queste migliaia di pergamene, di cui si fornirà l’edizione di quelle prodotte fino alla prima metà del XIV secolo e il regesto di quelle datate fino al XVII secolo, travalica infatti il dato particolare fornito da un preciso atto o gli specifici interessi dei singoli enti poiché offre una messe enorme di informazioni per seguire determinati fenomeni giuridici, economici e sociali, culturali.

Accanto ai due fondi principali già menzionati - Canonica e Badia - bisogna ancora ricordare altre raccolte presenti sempre nell’Archivio Capitolare ritenute per le loro dimensioni “minori”, ma non per questo meno interessanti, riguardanti diversi enti come ha illustrato don Silvano Pieri in alcuni articoli dedicati alla descrizione del materiale custodito in questa sede: le 244 pergamene (1029-1694) del monastero di Santa Maria in Gradi, definita da don Silvano Pieri “monastero, chiesa, parrocchia”, tre termini che ben delineano il percorso e il ruolo svolto da essa in Arezzo. A tale raccolta si affiancano altre collezioni, come quella del canonico Cosimo Paccinelli costituita da 208 pergamene (1150-1748), molte delle quali relative alla famiglia aretina Cenci, i 91 documenti del fondo Tavanti (1000-1800), i 867 (1010-1729) provenienti da archivi di diversi monasteri della città e della diocesi radunate da Luigi Paci o i 240 atti (1194-1609) della Fraternita del Clero.

Ma importanti fondi aretini sono conservati anche presso gli Archivi di Stato di Arezzo e di Firenze come emerge dalla Guida generale degli Archivi di Stato Italiani, senza dimenticare infine le molte fonti relative al territorio sparse in archivi pubblici e privati e nelle biblioteche della Provincia, in gran parte tuttora da individuare, poiché solo dopo un’ampia e sistematica indagine archivistica-libraria sarà possibile avere un quadro complessivo della situazione. A tale proposito si può ricordare la collezione di pergamene e alcuni protocolli notarili medievali della Biblioteca del Comune e dell’Accademia degli Etruschi di Cortona, che conserva pure il liber iurium della città recentemente edito da Carla Lucheroni, il cartulario monastico in cui sono registrati 109 atti degli anni 1262-1278 dell’abbazia di San Fedele di Poppi presso la Biblioteca Rilliana o il Cartularium Azzi del fondo Ashburnhamiano della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze consistente in due volumi in cui sono presenti 111 atti dei secoli X-XV riguardanti la famiglia aretina degli Azzi e il monastero delle Sante Flora e Lucilla del quale gli Azzi erano tra i principali benefattori; praticamente inediti i primi e il Cartularium conosciuto solo attraverso i sintetici regesti dei 42 documenti che compongono il primo registro compilati da Giustiniano Degli Azzi Vitelleschi e in minima parte già editi da Ubaldo Pasqui.

Fonti cronachistiche, analisi e raccolte incentrate su singole partizioni dei documenti, anche di interesse non solamente diplomatistico come le arenghe, studi specifici saranno accolti nella Miscellanea digitale, strumento di supporto scientifico rivolto a molteplici campi di indagine, fruibile in ambiente web, che comprenderà anche la pubblicazione informatica (e-book) dei volumi comprendenti l’edizione dei documenti allestiti dai singoli editori e confluiti già singolarmente nel data-base generale.


partner del progetto

Progetto Re.Me.DIa.  REstauro, MEmorizzazione e DIgitalizzazione Avanzata
© 2009-2013 A.T.I. Remedia e Regione Toscana. Progetto finanziato con fondi POR CREO FESR 2007-2013 asse 1, attività 1.1 linea di intervento D - Contatti