LA DIGITALIZZAZIONE DEI DOCUMENTI
La digitalizzazione dei documenti di cui si fornisce l’edizione digitale ha una duplice funzione:
- essendo inserita l’immagine in ambiente Web, si garantisce la più ampia valorizzazione del bene conservato e lo rende accessibile a un’ampia massa di utenti, che ad esso si avvicinano con molteplici obiettivi (ricerca specialistica, interesse storico, generico interesse culturale, curiosità), senza per questo permettere l’alienazione del bene stesso, grazie a una protezione che non ne consente la copia, ma al contempo offrendo una visione il più possibile precisa dell’oggetto in questione;
- permette all’utilizzatore del data-base di “muoversi” all’interno del documento stesso.
Il primo problema che si è affrontato, quindi, è stato quello dell'applicazione di una tecnologia di riproduzione digitale (scansione) che consentisse:
- fedeltà di riproduzione dei colori e dei materiali originali (pergamene in alcuni casi vecchie di mille anni); rispetto per il materiale e la forma originali. Le pergamene si presentano per lo più arrotolate e molte sono rimaste in quello stato per decenni;
- assenza di tecniche di scansione “invasive” che provochino alterazioni dello stato “naturale” della pergamena. Gli originali non posso essere scaldati, illuminati da fonti di luce diretta e compressi o piegati in forme che non siano quelle attuali;
- correzione degli errori e delle distorsioni dovute ad oggetti da scansionare non perfettamente in piano, con dislivelli anche di 3-4 cm.
- Le tecniche tradizionali di fotografa digitale presentano numerose delle limitazioni ora elencate: per riprodurre antiche pergamene occorre illuminazione artificiale con fari di discreta potenza, che causano surriscaldamento e alterazione dell'ambiente originale di conservazione. La risoluzione, anche con macchine fotografche digitali a 12 megapixel non è adeguata, perché gli oggetti raggiungono anche i 90 cm. sul lato più lungo e la distanza tra l'obiettivo o l'oggetto deve essere aumentata per fornire una visione d'insieme. Viceversa, il ricorso ad obiettivi e focali di tipo “macro” consente di ottenere ottimi dettagli ma non una visione d'insieme della pergamena. L'uso dello scanner piano (A4 o A3) è ugualmente sconsigliato poiché, se da un lato risoluzione e dimensioni della scansione sono adeguate, dall'altro la pergamena è sottoposta a notevole “schiacciamento” e pressione del coperchio dello scanner. La soluzione ottimale è, in questi casi, l'utilizzo di scanner cosiddetto “planetario” che è dotato di particolari caratteristiche:
- La scansione avviene dall'alto, con un gruppo ottico che scorre lungo un binario mentre l'oggetto da scansionare rimane fermo sul piano di appoggio più in basso
- il piano è basculante e grazie alle due metà semovibili e inclinabili consente di regolare al meglio le distorsioni dovute alla pergamena non perfettamente in piano
- l'ottica prevede un meccanismo di correzione dell’immagine che elimina ombre, disallineamenti e curvature del foglio
L’allestimento del prototipo ha permesso di mettere a punto la metodica di acquisizione digitale dell'immagine che garantisse una buona qualità media per esemplari di diverse dimensioni e in diverso stato di conservazione.
Per ogni immagine (recto e verso), oltre all'originale di scansione (formato TIFF a 300 dpi) sono stati prodotti files nei diversi formati jpeg dopo operazioni di fotoritocco con software Photoshop di Adobe. Il fotoritocco si è reso necessario per migliorare la fedeltà cromatica della riproduzione e l'eliminazione dei pesi in pietra utilizzati per tenere stesa la pergamena sul piano dello scanner.
MONDO NUOVO
Nel caso di pergamene o parti di esse molto compromesse per usura della superficie o perdita di inchiostro, si è proceduto alla ripresa digitale con il macchinario Mondo Nuovo, una strumentazione che poggia sui risultati della ricerca scientifica nel campo dell’ottica e della tecnologia informatica, quindi assolutamente non invasiva. Per la lettura di scritture non più leggibili o addirittura erase, si utilizza, infatti, una strumentazione ottica ad analisi multispettrale che permette, con l’imprescindibile supporto paleografico, di esaltare scritture erase fino al terzo strato di cancellazione, sfruttando la rifrazione di raggi luminosi a diversa intensità, messa a punto da una ditta informatica di Parma (Fotoscientifica Parma spa) in un progetto pilota europeo cofinanziato, per l’Italia, dal Ministero dei BBCCAA (Rinascimento virtuale, il cui sito è consultabile all’indirizzo www.palin.iccu.sbn.it ma anche www.bml.firenze.sbn.it/rinascimento virtuale/). Tra le istituzioni universitarie italiane, solamente il Centro studi sui beni librari e archivistici dell’Università di Siena possiede questa strumentazione d’avanguardia, che permette non solo la lettura evanita, ma anche il restauro virtuale di documenti compromessi dal tempo e la digitalizzazione degli stessi.